domenica 15 maggio 2016
giovedì 24 marzo 2016
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giovedì 17 marzo 2016
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sabato 5 marzo 2016
domenica 21 febbraio 2016
COS'E' IL MOBBING.
Cos'è il mobbing
Con il termine “mobbing” si fa riferimento, in generale, all'insieme dei comportamenti che tendono a emarginare un soggetto dalla società di cui esso fa parte, tramite violenza psichica protratta nel tempo e in grado di causare seri danni alla vittima. Non esiste un criterio specifico per individuare tali atti, nei quali rientra quindi ogni forma di angheria perpetrata da una o più persone nei confronti dell'individuo più debole: ostracismo, umiliazioni pubbliche e diffusione di notizie non veritierie.
Etimologia del termine
La parola mobbing è stata coniata ufficialmente da un etologo austriaco, Konrad Lorenz.
Il significato iniziale si riferiva, infatti, a tutti quegli atteggiamenti animali perpetrati da uno o più membri di un gruppo nei confronti di quello che potrebbe essere definito come l'anello debole dell'insieme, al fine di estraniare il soggetto dal resto branco e allontanarlo.
Più specificamente, il termine mobbing non è altro che una forma di gerundio sostantivato del verbo "to mob", coniato, nella lingua inglese, nel corso del XVII secolo e diretto derivato di una comune espressione latina, mobile vulgus, con la quale ci si riferiva ai folti gruppi tipici di una parata o di un evento locale, che avevano la cattiva abitudine di muoversi in modo disordinato seminando il caos nei dintorni.
Con il termine "to mob", in sostanza, si intende letteralmente: accalcarsi intorno a qualcuno, affollarsi, assalire tumultuando.
Oggi, tuttavia, l'accezione del termine si è sviluppata sino ad indicare, in generale, le persecuzioni psicologiche perpetrate da parte di uno o più individui nei confronti di un altro, nel contesto lavorativo e non solo.
Rilevanza giuridica
Come accennato, dunque, oggi con il termine mobbing si intende quella forma di terrore psicologico, esercitato, con modalità e tempistiche ben precise, in danno di un collega di lavoro, di un subordinato, di un individuo più debole, con il chiaro intento di danneggiarlo ed emarginarlo.
Affinché il mobbing assuma rilevanza sul piano giuridico è più in particolare necessario che il terrore psicologico si estrinsechi in comportamenti aggressivi e vessatori, che si protraggano nel tempo in maniera ripetitiva, regolare e frequente.
Affinché il mobbing assuma rilevanza sul piano giuridico è più in particolare necessario che il terrore psicologico si estrinsechi in comportamenti aggressivi e vessatori, che si protraggano nel tempo in maniera ripetitiva, regolare e frequente.
Mobbing e lavoro
Il contesto principale con riferimento al quale si è iniziato a far riferimento al mobbing come a un comportamento illecito, giuridicamente rilevante, è quello lavorativo.
In tal contesto, sostanzialmente, il mobbing si estrinseca in tutti quei comportamenti che il datore di lavoro o i colleghi pongono in essere, per svariate ragioni, al fine di emarginare e allontanare un determinato lavoratore.
Da tale definizione è possibile far discendere una prima forma di classificazione del mobbing: quella che distingue il mobbing verticale dal mobbing orizzontale.
Il mobbing verticale (o bossing) è la classica forma nella quale si estrinseca il mobbing e consiste negli abusi e nelle vessazioni perpetrati ai danni di uno o più dipendenti da un loro diretto superiore gerarchico. In questi casi le possibilità di ribellarsi a tali atteggiamenti sono spesso molto limitate e di non facile attuazione, in ragione dei rapporti di forza sbilanciati tra mobber e mobbizzato.
Per mobbing orizzontale, invece, si intende l'insieme di atti persecutori messi in atto da uno o più colleghi nei confronti di un altro, spesso finalizzati a screditare la reputazione di un lavoratore mettendo in crisi la sua posizione lavorativa. Si tratta di comportamenti difficili da fronteggiare e denunciare soprattutto se attuati da un gruppo.
Per quanto esse siano del tutto inusuali, talvolta possono comunque verificarsi anche ipotesi di mobbing dal basso o low mobbing.
Si tratta di una serie di azioni che mirano a ledere la reputazione delle figure di spicco aziendali, magari a seguito di un loro comportamento ritenuto non idoneo da parte di un buon numero di dipendenti oppure per motivi semplici quanto futili, come antipatia o invidia per il potere mostrato o per la posizione raggiunta.
E' una situazione che, ad esempio, può verificarsi in ipotesi di crisi economica aziendale. In questi casi, infatti, non è raro che la figura del capo sia considerata alla base della crisi e di ogni altra problematica come disorganizzazione, cattiva reputazione dell'azienda, incapacità di essere competitivi.
In particolare: il bossing
Tra le diverse tipologie di mobbing che possono estrinsecarsi nel mondo del lavoro, di certo quella più diffusa è il bossing.
Su di esso, quindi, è il caso di soffermarsi qualche riga in più.
Innanzitutto occorre chiarire che questa pratica combina, in maniera premeditata, azioni a scopo intimidatorio con veri e propri atti di violenza psico-fisica e di esclusione dai privilegi aziendali solitamente riservati in forma equa ai vari dipendenti.
Tali provvedimenti riguardano spesso l'assegnazione d’incarichi lavorativi specifici, l'esclusione dai meeting del personale dipendente e il tenere nascoste solo ad alcuni dipendenti le informazioni che usualmente vengono diffuse tra tutti.
Tra gli altri atteggiamenti che caratterizzano il comportamento mobbizzante vi è poi, ad esempio, il fenomeno del ridimensionamento di ruolo nella comunità aziendale, che vede brillanti dipendenti (ritenuti potenzialmente pericolosi per lo status di alcuni alti membri del comitato direttivo a rischio) incaricati di mansioni di poco conto, come quella di fare fotocopie o gestire la posta di altri dipendenti di pari rango, che li demotivano e limitano l'espressione delle proprie capacità e conoscenze.
L'intento è quello di creare nella vittima, per varie ragioni, un senso di emarginazione e di cagionarle frustrazione e un'ansia sempre crescente e spesso insopportabile.
Cause alla base del mobbing
Se i comportamenti individuati come mobbing hanno assunto rilevanza nei vari ordinamenti giuridici principalmente in relazione agli ambienti di lavoro, ciò è derivato dalle particolari caratteristiche che connotano il relativo ramo del diritto.
Il mobbing, non a caso, riguarda spesso grandi aziende, le quali lo utilizzano per aggirare la normativa a tutela dei licenziamenti cagionando nel lavoratore "sgradito" una condizione di stress psico-fisico, idonea a determinarlo ad abbandonare di sua "spontanea volontà" il luogo di lavoro.
Tuttavia le motivazioni che possono celarsi dietro gli atti mobbizzanti sono molteplici.
Talvolta, ad esempio, l'intento dei mobber è quello di riversare su un "capro espiatorio" alcune problematiche interne di vario genere.
Altre volte il mobbing è dettato da motivazioni di carattere strettamente personale.
Esso può anche essere la conseguenza del rifiuto, da parte della vittima, delle avances del superiore o del collega poi divenuto mobber.
Da tutto ciò emerge chiaramente che le conseguenze dannose del mobbing non sono necessariamente connesse alla perdita del posto di lavoro che esso può illecitamente e indirettamente cagionare. Essere vittima di ripetute vessazioni, attacchi e umiliazioni può, infatti, indurre nel lavoratore paure e insicurezze, idonee ad incidere in maniera anche rilevante sulla sua salute psico-fisica.
Mobbing sociale
Tuttavia, nonostante questo sia il contesto in cui il fenomeno assume la rilevanza maggiore, il mobbing riguarda anche altri contesti.
Un individuo, infatti, può essere "preso di mira" e può divenire vittima di ripetute vessazioni in qualsiasi contesto sociale.
Ciò accade, ad esempio, all'interno dell'ambiente scolastico, in cui i ragazzi possono divenire vittime del mobbing operato sia da altri studenti che dagli insegnanti.
Si pensi ai casi di disapprovazione infondata di alcune abitudini o idee dello studente o, ancora peggio, ai casi di pregiudizio nei suoi confronti derivante dalle origini, dalle tradizioni o dalla diversa etnia.
Anche nel caso di "mobbing scolastico" non sono da sottovalutare, seppur rari, i casi di mobbing dal basso che riguardano gruppi coalizzati di studenti che mirano a ledere le capacità organizzative e di dialogo di uno o più insegnanti ritenuti particolarmente deboli.
Un altro contesto sociale in cui il mobbing può estrinsecarsi è quello familiare.
Esso, ad esempio, riguarda i casi in cui un coniuge vuole ottenere il monopolio delle attenzioni della prolee, a tal fine, cerca di estromettere il partner dalle questioni familiari.
Si pensi ai casi di disapprovazione infondata di alcune abitudini o idee dello studente o, ancora peggio, ai casi di pregiudizio nei suoi confronti derivante dalle origini, dalle tradizioni o dalla diversa etnia.
Anche nel caso di "mobbing scolastico" non sono da sottovalutare, seppur rari, i casi di mobbing dal basso che riguardano gruppi coalizzati di studenti che mirano a ledere le capacità organizzative e di dialogo di uno o più insegnanti ritenuti particolarmente deboli.
Un altro contesto sociale in cui il mobbing può estrinsecarsi è quello familiare.
Esso, ad esempio, riguarda i casi in cui un coniuge vuole ottenere il monopolio delle attenzioni della prolee, a tal fine, cerca di estromettere il partner dalle questioni familiari.
E' chiaro che questo tipo di mobbing è nocivo non solo della stabilità del nucleo familiare e della salute della vittima diretta ma anche di quella dei figli e di tutto il nucleo familiare.
Tutela giuridica contro il mobbing
Nel nostro ordinamento possono rinvenirsi diverse norme che permettono alle vittime di tutelarsi rispetto a fenomeni di mobbing.
La CostituzioneLa prima fondamentale tutela può essere rinvenuta nella Costituzione.
La carta fondamentale del nostro ordinamento, infatti, all'articolo 32 riconosce e tutela la salute come un diritto fondamentale dell'uomo, all'articolo 35 tutela il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni e all'articolo 41 vieta lo svolgimento delle attività economiche private che possano arrecare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana.
Il codice civile e le leggi specialiSpostandoci dal piano dei principi a quello pratico, nel nostro codice civile è possibile rinvenire due fondamentali norme in grado di aiutare le vttime di comportamenti mobbizzanti a trovare tutela rispetto alle lesioni subite.
Si tratta, innanzitutto, dell'articolo 2043 che prevede l'obbligo di risarcimento in capo a chiunque cagioni ad altri un danno ingiusto con qualunque fatto doloso o colposo.
Si tratta poi dell'articolo 2087 che impone all'imprenditore di adottare tutte le misure idonee a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale di lavoratori.
Con riferimento alle leggi speciali, una tutela contro comportamenti mobbizzanti può essere ravvisata innanzitutto nello Statuto dei lavoratori, nella parte in cui pone una specifica procedura per le contestazioni disciplinari a carico dei lavoratori e laddove punisce i comportamenti discriminatori del datore di lavoro.
Un'ulteriore tutela, di carattere più generale, è ravvisabile, infine, nel Testo unico in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
Il codice penaleIl mobbing, nel nostro ordinamento può talvolta assumere rilevanza anche da un punto di vista penale, sebbene non esista una specifica figura di reato.
I comportamenti mobbizzanti, infatti, a determinate condizioni possono cagionare delle conseguenze riconducibili al reato di lesioni personali di cui all'articolo 590 del codice penale.
La CostituzioneLa prima fondamentale tutela può essere rinvenuta nella Costituzione.
La carta fondamentale del nostro ordinamento, infatti, all'articolo 32 riconosce e tutela la salute come un diritto fondamentale dell'uomo, all'articolo 35 tutela il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni e all'articolo 41 vieta lo svolgimento delle attività economiche private che possano arrecare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana.
Il codice civile e le leggi specialiSpostandoci dal piano dei principi a quello pratico, nel nostro codice civile è possibile rinvenire due fondamentali norme in grado di aiutare le vttime di comportamenti mobbizzanti a trovare tutela rispetto alle lesioni subite.
Si tratta, innanzitutto, dell'articolo 2043 che prevede l'obbligo di risarcimento in capo a chiunque cagioni ad altri un danno ingiusto con qualunque fatto doloso o colposo.
Si tratta poi dell'articolo 2087 che impone all'imprenditore di adottare tutte le misure idonee a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale di lavoratori.
Con riferimento alle leggi speciali, una tutela contro comportamenti mobbizzanti può essere ravvisata innanzitutto nello Statuto dei lavoratori, nella parte in cui pone una specifica procedura per le contestazioni disciplinari a carico dei lavoratori e laddove punisce i comportamenti discriminatori del datore di lavoro.
Un'ulteriore tutela, di carattere più generale, è ravvisabile, infine, nel Testo unico in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
Il codice penaleIl mobbing, nel nostro ordinamento può talvolta assumere rilevanza anche da un punto di vista penale, sebbene non esista una specifica figura di reato.
I comportamenti mobbizzanti, infatti, a determinate condizioni possono cagionare delle conseguenze riconducibili al reato di lesioni personali di cui all'articolo 590 del codice penale.
Tutela civilistica
Le vittime di mobbing, quindi, trovano la loro principale fonte di tutela nella possibilità di esperire i tradizionali rimedi civilistici offerti dal nostro ordinamento.
Esse potranno insomma citare in giudizio il loro mobber nelle forme del rito ordinario al fine di vederne accertata la responsabilità per il danno che hanno cagionato nei loro confronti, ovverosia non solo il danno biologico ma anche il danno morale.
Onere della provaAffinché possa essere risarcito del danno subito, tuttavia, è necessario che il mobbizzato fornisca una prova precisa e adeguata del mobbing.
Innanzitutto egli dovrà provare che, nei suoi confronti, è stata perpetrata una serie di comportamenti persecutori, con intento vessatorio.
Costituiscono esempi di tali comportamenti, si ricorda, le critiche continue e immotivate, la dequalificazione, l'emarginazione, le molestie.
Il mobbizzato dovrà provare, poi, che tali comportamenti non sono sfociati in un unico, isolato, evento, ma sono stati reiterati lungo un arco temporale medio-lungo, ovverosia per un periodo di tempo tale da rendere invivibile il contesto di riferimento.
Un'ulteriore fondamentale prova da fornire è quella relativa al danno subito. Essa potrà essere data con dichiarazioni testimoniali e, ancor più efficacemente, con perizie e certificati medici che attestino lo stato di depressione e frustrazione.
Infine, ed è questa la prova più delicata da fornire, dovrà essere accertato lo stretto rapporto causale tra la condotta denunciata e il danno subito.
Esse potranno insomma citare in giudizio il loro mobber nelle forme del rito ordinario al fine di vederne accertata la responsabilità per il danno che hanno cagionato nei loro confronti, ovverosia non solo il danno biologico ma anche il danno morale.
Onere della provaAffinché possa essere risarcito del danno subito, tuttavia, è necessario che il mobbizzato fornisca una prova precisa e adeguata del mobbing.
Innanzitutto egli dovrà provare che, nei suoi confronti, è stata perpetrata una serie di comportamenti persecutori, con intento vessatorio.
Costituiscono esempi di tali comportamenti, si ricorda, le critiche continue e immotivate, la dequalificazione, l'emarginazione, le molestie.
Il mobbizzato dovrà provare, poi, che tali comportamenti non sono sfociati in un unico, isolato, evento, ma sono stati reiterati lungo un arco temporale medio-lungo, ovverosia per un periodo di tempo tale da rendere invivibile il contesto di riferimento.
Un'ulteriore fondamentale prova da fornire è quella relativa al danno subito. Essa potrà essere data con dichiarazioni testimoniali e, ancor più efficacemente, con perizie e certificati medici che attestino lo stato di depressione e frustrazione.
Infine, ed è questa la prova più delicata da fornire, dovrà essere accertato lo stretto rapporto causale tra la condotta denunciata e il danno subito.
Fonti: Studio Cataldi. Raccolta di articoli e sentenze in materia di Mobbing
» Mobbing: il danno esistenziale va risarcito solo se è provato il peggioramento di vita del lavoratore - Lucia Izzo - 24/11/15
» Mobbing sul lavoro… da parte di suocero e cognato? Scatta il reato di maltrattamenti in famiglia - Marina Crisafi - 08/11/15
» Mobbing: la ripartizione dell'onere della prova - Avv. Emanuela Foligno - 10/10/15
» Facebook: eliminare un collega dagli amici può essere mobbing - Marina Crisafi - 27/09/15
» Mobbing: la condanna non comporta necessariamente il risarcimento del danno alla professionalità - Valeria Zeppilli - 13/08/15
» Fumo passivo: va risarcito il danno da mobbing - Avv. Emanuela Foligno - 22/07/15
» Cassazione: non è mobbing decurtare lo stipendio al lavoratore ritardatario - N.R. - 06/07/15
» Mobbing: rispondono in solido datore e superiore gerarchico - Licia Albertazzi - 23/05/15
» Cassazione: costretto a fare il "tappabuchi"? Non c'è mobbing se gli incarichi sono compatibili con le mansioni del lavoratore - Licia Albertazzi - 05/03/15
» Differenze tra danno da mobbing e danno da demansionamento - Avv. Francesco Pandolfi - 26/02/15
» Mobbing in ambito militare: giudice ordinario o giudice amministrativo? - Avv. Francesco Pandolfi - 22/02/15
» Il mobbing coniugale - Avv. Emanuela Foligno - 16/02/15
» Lavoratore adibito a mansioni diverse: senza dequalificazione, non c’è mobbing. Parola di Cassazione - Marina Crisafi - 01/01/15
» Cassazione. Per impugnare il licenziamento dovuto a mobbing va provato il rapporto di causa-effetto tra le condotte del datore e il licenziamento - Mara M. - 03/10/14
» Il mobbing familiare? L’uguaglianza tra coniugi lo esclude. Parola di Cassazione - Marina Crisafi - 09/07/14
» Il mobbing e l'impatto psicologico sulle vittime. I ruoli dell'avvocato e dello psicologo - Laura Tirloni - 14/05/14
» Mobbing familiare? Va addebitata la separazione - Marina Crisafi - 05/05/14
» Il mobbing nell'ambiente lavorativo non è inquadrabile nel reato di maltrattamenti in famiglia se l'azienda è articolata e di medie-grandi dimensioni. - Maurizio Tarantino - 09/04/14
» Il mobbing familiare - Nicolina Leone - 29/01/14
» Cassazione: mobbing e valutazione 'mediocre' del dipendente nelle note di qualifica del datore - L.S. - 23/01/14
» Mobbing: l’accertamento del danno alla salute non comporta necessariamente anche il riconoscimento del danno alla professionalità; quest’ultimo va provato separatamente. - Maurizio Tarantino - 11/01/14
» Mobbing e divieto di nova in appello: quando nuovi fatti sopravvengono in corso di causa - C.G. - 29/10/13
» Cassazione: se l'assenza è dovuta a mobbing, il licenziamento è illegittimo - Licia Albertazzi - 07/10/13
» Chi risarcisce il danno biologico procurato da mobbing? - Avv. Roberto Vetri - 10/09/13
» Stato patologico nel MOBBING : negazione del risarcimento per manie di persecuzione - Maurizio Tarantino - 02/09/13
» Lo “STRAINING” : manifestazione attenuata del Mobbing e delitto di maltrattamenti in famiglia. - Maurizio Tarantino - 17/07/13
» Cassazione: illegittimo il licenziamento per superamento del periodo di comporto se le assenze dal servizio sono dovute a mobbing - L.S. - 14/06/13
» Cassazione: configurabilità del mobbing e onere della prova - L.S. - 04/06/13
» Cassazione, non è mobbing il mero 'svuotamento delle mansioni' del dipendente - L.S. - 07/04/13
» Cassazione: se l'azienda non protegge dal mobbing, il lavoratore va risarcito - Barbara LG Sordi - 28/01/13
» Il mobbing Scolastico - Nicolina Leone - 18/12/12
» Difendersi dal mobbing - Nicolina Leone - 15/09/12
» Mobbing orizzontale - Nicolina Leone - 02/01/12
Fonte: Il mobbing - guida con raccolta di articoli e sentenze
(www.StudioCataldi.it)
sabato 13 febbraio 2016
Nikola Tesla,lo scienziato incompreso.
Invenzioni teoriche Tesla ipotizzò come le forze elettriche e magnetiche potessero distorcere, o addirittura modificare, il tempo e lo spazio e studiò procedure con le quali controllare tali energie. Verso la fine della vita rimase affascinato dalla teoria secondo cui la luce è formata sia da particelle elementari sia da onde, un postulato fondamentale della fisica quantistica. Queste ricerche lo portarono a ideare un "muro di luce", manipolando le onde elettromagnetiche. Questo misterioso muro di luce avrebbe consentito di alterare lo spazio, la gravità e la materia; da questo nacquero una serie di progetti di Tesla che sembrano usciti direttamente dalla fantascienza, come il teletrasporto, il viaggio nel tempo e la propulsione antigravità.
La più singolare invenzione che Tesla ipotizzò è probabilmente la "macchina per fotografare il pensiero".[67] Egli pensava che un pensiero formatosi nel cervellocreasse una corrispondente immagine nella retina, e che l'impulso elettrico di questa trasmissione neurale potesse essere letto e registrato in un dispositivo. L'informazione immagazzinata, sarebbe stata poi elaborata da un nervo ottico artificiale e visualizzata come immagine su uno schermo.
Un'altra invenzione teorizzata da Tesla è comunemente chiamata “macchina volante di Tesla”[68]. Tesla dichiarò che uno degli scopi della sua vita era quello di creare una macchina volante che potesse funzionare senza l'uso di un motore a combustione interna o ali, alettoni, propellenti o di qualsiasi fonte di combustibile. Inizialmente Tesla pensò ad un aereo in grado di volare grazie ad un motore elettrico alimentato da un generatore a terra. Con il passare del tempo, ipotizzò che questo aereo potesse muoversi in maniera interamente meccanica. La forma ipotizzata per il velivolo era quella tipica di un sigaro o di una salsiccia. Questo in seguito fu sfruttato dai teorici della cospirazione degli UFO.
Tesla è conosciuto anche per l'invenzione di uno speciale trasmettitore chiamato “Teslascopio”, progettato con l'intenzione di inviare segnali e "comunicare" con forme di vita extraterrestri di altripianeti.« Era tutto quello che volevo essere. Archimede era il mio ideale.
Ammiravo le opere degli artisti, ma per me erano solo ombre e apparenze.
L'inventore, pensavo, dà al mondo creazioni palpabili, che vivono e funzionano.
L'inventore, pensavo, dà al mondo creazioni palpabili, che vivono e funzionano.
Storia di Antichi Monaci. Guglielmo da Baskerville.
Guglielmo da Baskerville fu un eruditissimo frate francescano del XIV secolo, consigliere dell'Imperatore. Ebbe un passato come inquisitore.
All'epoca fu amico fraterno di Ubertino da Casale che si trovò coinvolto in una grave disputa contro alcuni fratelli del Libero Spirito, sedicenti sostenitori di Santa Chiara da Montefalco (grande amica di Ubertino) che in realtà seducevano le monache di clausura e gettavano fango sulla mistica. Ubertino si finse discepolo degli eretici e, svelati i loro segreti, li portò all'Inquisizione chiedendo aspre pene e torture per coloro che avevano ingiuriato la sua grande amica. Amareggiato dalle pressioni di Ubertino, Guglielmo lasciò l'ufficio di Inquisitore ed entrò nella corte imperiale, stringendo amicizia con Giovanni di Jandun e il teologo imperiale ghibellino Marsilio da Padova. Gli fu dato incarico di recarsi presso una lontana abbazia benedettina della Congregazione Cluniacense sui monti dell'Italia settentrionale, per organizzare una riunione tra i delegati del papa e dell'imperatore, dove si sarebbe discussa l'eventuale eresia del gruppo francescano detto degli "spirituali". I rappresentanti papali sarebbero stati per la maggior parte Domenicani.
Guglielmo arrivò all'abbazia in compagnia del novizio Adso da Melk, figlio minore del barone di Melk. Al suo arrivo in questa abbazia gli venne tuttavia chiesto dall'abate, vista la sua fama di uomo perspicace ed intelligente e la sua lunga esperienza di inquisitore, di investigare sulla strana morte di un monaco avvenuta poco prima in quel luogo. Le deduzioni di Guglielmo lo avvicinarono sempre di più alla verità della catena di morti che ebbe come teatro il complesso dell'abbazia, ma questo non accadde in tempo per evitare il tragico finale del rogo della biblioteca.
In seguito a questi eventi Guglielmo ed Adso si separarono, il maestro regalò al giovane allievo i suoi occhiali. Lo stesso Adso riportò che Guglielmo fu vittima, in seguito, della Peste nera.
Placiti Cassinesi
I quattro placiti cassinesi, conosciuti anche come "Placiti Capuani", ossia quattro testimonianze giurate, registrate tra il 960 e il 963, sull'appartenenza di certe terre ai monasteri benedettini di Capua, Sessa Aurunca e Teano sono i primi documenti di volgare italiano scritti in un linguaggio che vuol essere ufficiale e dotto. Riguardava una lite sui confini di proprietà tra il monastero di Montecassino e un piccolo feudatario locale, Rodelgrimo d'Aquino. Con questo documento tre testimoni, dinanzi al giudice Arechisi, deposero a favore dei Benedettini, indicando con un dito i confini del luogo che era stato illecitamente occupato da un contadino dopo la distruzione dell'abbazia nell'885 da parte dei saraceni.
La formula del placito capuano fu inserita nella stessa sentenza, scritta in latino, e ripetuta per quattro volte.
Oggi sono conservati nella Biblioteca di Cassino. Si tratta di un gruppo compatto di quattro pergamene di argomento simile, formate da quattro placiti, precisamente tre placiti e un "memoratorio" (redatto a Teano), sulla proprietà di alcune terre appartenenti agli stessi luoghi (Capua, Teano e Sessa).
I placiti riguardano beni di tre monasteri che dipendono da Montecassino e sono stati pronunciati nei principati longobardi di Capua e di Benevento. All'infuori delle prime tre carte di Teano, il "memoratorio", il tipo è costante nelle sue formule.
Dapprima il giudice comunica alle parti il testo della formula, in seguito tre testimoni devono pronunciarla separatamente. In questo modo la formula viene ripetuta, in tre documenti, quattro volte.
« Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti Benedicti. » |
(Capua, marzo 960) |
venerdì 29 gennaio 2016
La posizione di Giove calcolata in 4 tavolette babilonesi.
Scoperte quattro tavolette babilonesi nelle quali viene calcolata la posizione di Giove, solo sulla base della geometria. La scoperta, che si è guadagnata la copertina di Science, rivoluziona la storia dell'astronomia perché finora si era convinti che calcoli del genere fossero comparsi nella storia della scienza solo 1.400 anni più tardi. A decifrare le tavolette, che risalgono al periodo compreso fra il 350 e il 50 a.C, è stato l'astronomo Mathieu Ossendrijver, dell'università Humboldt a Berlino.
Le quattro tavolette, che nel frattempo sono state anche riprodotte con una stampante in 3D, sono il più antico esempio finora noto dell'uso della geometria per calcolare la posizione di un pianeta. Gli antichi astronomi che le hanno scritte hanno usato un trapezio per calcolare la posizione di Giove in due intervalli di tempo: 60 e 120 giorni dopo dalla sua comparsa sull'orizzonte.
''Queste tavolette babilonesi utilizzano la geometria in senso astratto per definire il tempo e la velocità, a differenza degli antichi Greci che usavano le figure geometriche per descrivere la posizione nello spazio fisico'', osserva Ossendrijver. ''Le tavolette ? aggiunge - riscrivono i libri di storia dell'astronomia e rivelano che gli studiosi europei del '400 di Oxford e Parigi sono stati preceduti dai Babilonesi nell'uso della geometria per calcolare la posizione dei pianeti''.
venerdì 22 gennaio 2016
Fascinating Relief Maps Show The World's Mountain Ranges
Fascinating Relief Maps Show The World's Mountain Ranges: Imgur: The most awesome images on the Internet.
martedì 19 gennaio 2016
Pericolo atmosferico in agguato, ecco El Nino e cosa sarà capace di fare!
Pericolo atmosferico in agguato, ecco El Nino e cosa sarà capace di fare!: Si tratta della situazione atmosferica che sta affiggendo Italia e mondo intero dallo scorso ottobre 2015 ed ora fa preoccupare gli addetti ai lavori, El Nino sta creando seri problemi atmosferici e
TERREMOTI: L'ITALIA CAMBIA LA SUA FORMA
La Stampa.L’Italia sta ruotando, durerà anni
Secondo l’Ingv i terremoti in Emilia e nelle Prealpi Venete sono diversi ma hanno la stessa antica origineFenomeno noto: “La placca Africana spinge e s’incunea sotto le Alpi”. Ma perché oggi la terra
trema di più?
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ROMA
È da quasi un mese che sentiamo tremare il nostro paese sotto i piedi. Non che così tante scosse di terremoto siano un’anomalia senza precedenti.È solo che dal 20 maggio scorso,
l’intensità di queste vibrazioni viene percepita distintamente dalla popolazione che vive sulla
Pianura Padana.L’ultima scossa forte risale a ieri,quando un terremoto di magnitudo 4.5 ha colpito le Prealpi Venete. Nel frattempo una serie di vibrazioni lievi, le cosiddette scosse di
assestamento, continuano a turbare l’Emilia Romagna e ad alimentare gli incubi di una
popolazione già provata. Per gli scienziati non c’è un collegamento diretto fra tutti
questi terremoti, ma il motore di queste scosse sembra comunque lo stesso.
«I terremoti in Emilia e nelle Prealpi Venete non sono in stretta relazione fra loro, anche
se rispondono alla stessa dinamica generale» osserva la sismologa Lucia Margheriti, dalla sala sismica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
La dinamica generale riguarda il movimento della placca Adriatica, che costituisce la punta più settentrionale della placca Africana, allungata come una sorta di lingua che comprende la costa orientale dell’Italia e l’Adriatico.
In questo movimento generale la placca Africana spinge verso Nord, contro la placca Eurasiatica, e in questo movimento la placca Adriatica scende sotto le Alpi.
«È l’Italia che si riorganizza, o meglio sono i pezzi di crosta terrestre sotto i nostri piedi che ora cercano di trovare un nuovo equilibrio, seppur temporaneo» sottolinea Giovanni Gregori, geofisico del Consiglio Nazionale delle Ricerche. In questo senso i terremoti, anche quelli che in quest’ultimo mese hanno colpito altre parti d’Italia, dal Sannio al Pollino ad esempio, sono il segnale di un processo geologico ben più profondo.
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«L’Italia – dice Gregori – sta ruotando in senso antiorario. La parte meridionale della crosta terrestre spinge verso la parte settentrionale e, trovando resistenza nei pressi dello Stretto di Messina che fa da perno, ruota e si conficca sotto le Alpi».
Questo movimento generale può provocare terremoti che fra loro sono indipendenti ma che rispondono agli stessi processi geologici.
Come d’ora in poi la situazione si evolverà, impossibile dirlo se non sul piano delle probabilità. Secondo la relazione della Commissione Grandi Rischi «è significativa la probabilità che si attivi il segmento compreso tra Finale Emilia e Ferrara con eventi paragonabili ai maggiori eventi registrati nella sequenza». Non solo.
«Non si può escludere l’eventualità – si legge nel documento – che, pur con minore probabilità, l’attività sismica si estenda in aree limitrofe a quella già attivata sino ad ora». Non è la previsione di un nuovo terremoto.
«Abbiamo solo espresso le nostre valutazioni scientifiche scaturite dall’analisi dei fenomeni in corso e delle strutture geologiche coinvolte, su cui abbiamo accumulato molte informazioni», precisa Luciano Maiani, presidente della Commissione Grandi Rischi.
«Purtroppo i margini di errore di questi probabili scenari sono elevati perché la crosta terrestre è ben lontana dai nostri occhi», dice Warner Marzocchi, dirigente dell’Ingv. L’unico modo per prospettare un possibile scenario futuro è ricorrere ai documenti storici, alle testimonianze dei terremoti passati.
Questo significa per l’Emilia Romagna andare di molti secoli indietro nel tempo. «Abbiamo a disposizione modelli – sottolinea Marzocchi – che al momento ci dicono soltanto che il terremoto potrebbe durare anche qualche anno». L’intensità delle scosse dovrebbe tendere a diminuire ma, considerata la struttura complessa dell’Emilia Romagna, non possiamo escludere sismi di magnitudo pari o superiore a 6.
La parte orientale della struttura sismica padana, quella sotto i piedi di Ferrara, fino ad oggi è stata relativamente tranquilla.Il timore degli scienziati è che, così come hanno fatto quella centrale e occidentale, arrivi a un punto di rottura provocando un terremoto di intensità simile a quello del 20 o del 29 maggio scorso. «L’ultima parola, quindi, spetta alla Natura che, nel caso dei terremoti, parla un linguaggio incomprensibile per noi esseri umani», conclude Marzocchi.
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domenica 10 gennaio 2016
martedì 5 gennaio 2016
Fondamentalismo
Con il termine fondamentalismo si intende genericamente qualunque lettura letterale e dogmatica di testi sacri (o loro equivalenti, fuori dell'ambito religioso) che assuma i relativi precetti contenutivisi afondamenti (tipicamente della religione, ma non solo) rifiutando ogni ideologia o interpretazione anche minimamente in contrasto con essi. Il fondamentalismo è una corrente della religiosità protestante che si sviluppò negli Stati Uniti in un periodo compreso tra il 1878 e il 1918 (cioè tra la fine della Guerra Civile Americana e la Prima guerra mondiale).
Si tratta di una corrente di pensiero, nata all'interno della Chiesa battista, che intendeva opporsi al modernismo e al razionalismo teologici che si diffondevano fra i fedeli evangelici. Il termine fondamentalismonon aveva all'origine accezioni negative, è legato al fatto che nel 1909 venne pubblicata una raccolta di dodici volumi di saggi intitolata The Fundamentals. I testi attaccavano le attività di filologia, storia,archeologia e critica, della scuola esegetica detta di "Alta critica". Rivendicavano al contrario la volontà di riaffermare in modo dogmatico punti irrinunciabili della fede definiti fundamentals, i fondamenti, e corrispondono anche all'affermazione della necessità di una fede facilmente comprensibile all'individuo. Questa rivendicazione aveva una prospettiva anche politico-sociale, con forte critica definibile "anti-intellettuale" o "anti-elìtes" (contro il pericolo di una società, o di una morale, "degli avvocati" e dei filosofi).
Nel periodo tra il 1910 e il 1915 il termine "fundamentals" compariva su molti volantini diffusi dai gruppi.
Caratteristica del pensiero dei fondamentalisti, era la riaffermazione del valore letterale del testo della Bibbia. Questa doveva essere considerata un testo storico che narra fatti realmente accaduti nel modo esatto in cui sono descritti, con un netto rifiuto alla "pretesa" dei teologi liberali di sottoporre la Bibbia alla stessa analisi e critica testuale a cui erano stati sottoposti gli altri testi classici dell'antichità. In particolare c'era il rifiuto rivolto alla cosiddetta "Ipotesi documentale", la ricerca che aveva rilevato all'interno del Pentateuco diverse fonti documentali denominate "yahvwiste", "elhoiste" e "sacerdotali". In poche parole, il fondamentalismo rifiutava di trattare la Bibbia come un testo paragonabile, analizzabile e quindi discutibile, alla pari degli altri.
L'altra caratteristica è l'attribuzione di pari valore a tutte le parti di testo della tradizione cristiana, che non ammette quindi una distinzione di importanza o distinzione di lettura tra Nuovo Testamento e Antico Testamento. Queste posizioni erano già presenti da secoli in alcuni piccoli gruppi protestanti, il fondamentalismo le ripropose in forma di nuovo proselitismo.
Contrattaccando le correnti moderniste, i fondamentalisti aiutarono i cristiani tradizionalisti a superare lo shock delle numerose scoperte archeologiche del XIX secolo che documentavano fatti e popoli ed eventi di cui la Bibbia non aveva conservato la minima traccia - o che raccontavano in modo diverso eventi a cui la Bibbia alludeva - e dalla diffusione del darwinismo, oltre che dai progressi della filologia e delle scienze naturali.
Una delle intuizioni vincenti di questo movimento fu puntare sul fatto che l'archeologia poteva anche essere usata per confermare, oltre che per smentire la Bibbia. Per dirla col titolo di un celeberrimo bestsellerparticolarmente apprezzato dai fondamentalisti, sostenere che La Bibbia aveva ragione anche dal punto di vista archeologico. Il fondamentalismo insomma, permise al protestantesimo di vedere l'archeologia e la ricerca storico-scientifica come uno strumento utilizzabile, in certe occasioni, per confermare le proprie teorie anziché come un nemico da ostacolare sempre.
Grazie al finanziamento di un mecenate, un petroliere, i volumi stampati dai fondamentalisti (oggi in buona parte online), stampati in forma economica, furono inviati per posta gratuitamente a migliaia di pastori protestanti, fornendo loro tesi ed argomentazioni già pronte per ribattere alla critica del pensiero liberale e modernista.
Al tempo stesso, per così dire "blindando" l'interpretazione biblica per impedire che fosse "sottratto" qualcosa ai suoi "fondamenti" tradizionali, il fondamentalismo riuscì a combattere anche una battaglia sul fronte opposto contro i Mormoni, che affermavano di avere ricevuto una "aggiunta" alla Rivelazione tradizionale. Rifiutando "sottrazioni" o "aggiunte" alle credenze tradizionali, i fondamentalisti diedero così una fisionomia precisa alla religiosità di tipo conservatrice del mondo protestante statunitense.
Sul piano politico la battaglia delle idee fu vinta in un certo grado dai fondamentalisti, che riuscirono a influenzare il pensiero religioso americano molto più profondamente rispetto alle altre correnti religiose, dando alla società statunitense quella particolare impronta culturale che tuttora possiede.
Le parole d'ordine già dei Fondamentalisti in gran parte coincidono con quelle della destra religiosa statunitense del giorno d'oggi. Senza il Fondamentalismo non si comprenderebbero battaglie come quella contro l'insegnamento della teoria dell'evoluzione nelle scuole statunitensi, ancora attive alle soglie del XXI secolo.
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