domenica 27 dicembre 2015

IL MISTERO DELL'AFFRESCO CON "IL CRISTO NEL LABIRINTO" ALATRI (FR)

ALATRI (FR) - CHIOSTRO DI SAN FRANCESCOIL MISTERO DELL’AFFRESCO CON IL "CRISTO NEL LABIRINTO"Quale filo misterioso lega la citta’ di Alatri alla cattedrale di Chartres in Francia?
Alatri è una splendida cittadina della Ciociaria (provincia di Frosinone) abbarbicata sui rilievi della catena che prende il nome dagli antichi abitanti italici del territorio; gli Ernici
La località, pur essendo famosa soprattutto per le incredibili mura in opera poligonale che la leggenda vuole erette o dai ciclopi, o dal dio Saturno o dal misterioso popolo dei Pelasgi, vanta ulteriori e numerose emergenze artistiche e monumentali sia di epoca romana che medievale.
Rientra proprio in quest’ultima categoria, l’opera d’arte di cui desidero parlare, che si presenta come un vero e proprio unicum; non essendo nota, al momento, alcuna rappresentazione simile in tutto il Mondo.
Si tratta di un affresco che raffigura un “Cristo in Gloria” al centro di un enorme labirinto di dodici cerchi concentrici neri ed altrettanti bianchi.A QUALE EPOCA RISALE?
CHI L’HA REALIZZATO E PERCHE’?
SI TRATTA DI UN OPERA CRISTIANA ORTODOSSA OPPURE, COME SOSTENUTO DAL MANCHIA ABBIAMO DAVANTI LA TESTIMONIANZA DI UNA PRESENZA ERETICALE?
ED INFINE CHE COS’ERA L’AMBIENTE CHE OGGI CI APPARE COME UN CUNICOLO, O MEGLIO INTERCAPEDINE?
MA DI QUALE SCOPERTA SI TRATTA?
L’affresco si trova in una posizione decisamente scomoda per poterlo fotografare in maniera da ottenere immagini nitide, soprattutto dei suoi particolari.
Situazione che non aveva mai permesso di riportare su carta il tracciato del labirinto.
Almeno sino ad oggi. Ci sono riuscito, nella migliore tradizione dei romanzi gotici, in una fredda e tempestosa serata d’inverno.
Probabilmente non per merito mio, ma perché era giunto il momento affinché avvenisse.
Ingrandendo al computer le foto dell’affresco (scattate durante una ennesima “escursione” assieme a Tommaso e Nadia PellegriniFabrizio Pennacchia,Daniele Palombi e Giulio Coluzzi), allo scopo di individuarne i dettagli, piano piano, come se fossero le tessere di un mosaico o di un puzzle, ho cominciato, pezzetto dopo pezzetto, a disegnare il percorso del labirinto su un foglio.
Ad un tratto mi sono bloccato. Il disegno che avevo tracciato sul foglio mi era famigliare. Mi ricordava un altro labirinto. Famosissimo. Presente in una cattedrale gotica altrettanto celeberrima.
Avevo davanti la pianta di quello che decora il pavimento della navata della Cattedrale di Chartres in FMA PERCHÉ I TRACCIATI DEI LABIRINTI DI ALATRI E DI CHARTRES SONO UGUALI?
Esiste un altro esemplare di labirinto preciso a quello francese. A Lucca, murato sulla facciata della Cattedrale di San Martino.
C’è forse una relazione con il fatto che molti dei centri che ospitano esemplari di labirinti, si trovano lungo vie di pellegrinaggi o sono mete degli stessi? Come la stessa Lucca, ma pure Pontremoli (nella chiesa di San Pietro), Aulla (a San Caprasio ma scomparve durante la Seconda Guerra Mondiale) Piacenza (labirinto che, come spigatomi dal professor Francesco Camia, oggi non più esistente ed era stato realizzato nella chiesa di San Savino) e Pavia (a San Michele, ma rimane soltanto un frammento). E, appunto le grandi cattedrali gotiche francesi.; Chartresin testa. 
Tutte dedicate alla “Nostra Signora”, le quali disegnano sulla superficie terrestre ciò che le stelle della Costellazione della Vergine tracciano in cielo.rancia. Soltanto che io avevo disegnato quello di Alatri!!!!.Al momento si ha un'unica, incontestabile certezza. Al mondo, esistono attualmente tre labirinti, Alatri, Chartres e Lucca, dal tracciato assolutamente uguale.
Ma qual’è il “modello originale”? Chi ha copiato chi? Oppure l'esemplare primigenio, l'archetipo è celato altrove?
A livello teorico, il labirinto di Alatri dovrebbe essere più antico di quello diChartres, che la letteratura sull’argomento riconduce ai primi decenni del XIII secolo. L’Archetipo, l’Idea di un qualsiasi manufatto, normalmente precedono la realizzazione materiale dello stesso. Ebbene, un labirinto verticale non è stato fatto, ovviamente, per essere tangibilmente percorso. Rappresenterebbe, quindi, il concetto stesso di labirinto oppure il significato recondito ad esso attribuito. Ecco perchè il labirinto alatrense, verticale, precederebbe concettualmente e temporalmente quello di Chartres; orizzontale e percorso realmente dai fedeli nel Medio Evo. Inoltre, un labirinto “unicursale” testimonia una ideologia, una filosofia di vita, una professione di Fede, basate sul totale e fiducioso abbandono ad una volontà superiore. Certi, non soltanto della sua infallibilità, ma pure della sua infinita bontà e misericordia nel prendersi cura delle proprie creature. Convinzioni salde come una roccia. Tipiche degli appartenenti agli Ordini Monastici Regolari e a quelli Ospitalieri e Cavallereschi. In particolare i Templari.L’ipotesi “Templare” non è nuova. Fu una di quelle avanzate anche da Manchìa nel 2002. Il sottoscritto, durante le ricerche che poi sono confluite nel libro “Valcento”, ha trovato numerosi indizi della presenza dei Cavalieri dai Bianchi Mantelli ad Alatri
Sulla controfacciata di ingresso della stessa chiesa di San Francesco, si può ammirare ancora oggi una “Croce patente” dipinta di colore rosso, simile a quelle adoperate dagli appartenenti al “Tempio”. Ed identica quelle tinteggiate nella chiesetta della Madonna del Carmelo a Fasana, località vicino a Pola in Istria. Attribuita proprio agli appartenenti al Tempio.
Sulla scalinata d’ingresso di San Francesco sono incisi tre esemplari del simbolo della “Triplice Cinta”, utilizzato anch’esso dai Templari. Infine, in quei paraggi, sorgeva un tempo un “Ospedale”.
Sopra un’altra controfacciata, quella della chiesa di San Silvestro (risalente al X secolo), sono state affrescate alcune croci dalla forma inconsueta ed interessante. La prima (per chi guarda da destra verso sinistra) spunta da sotto un intonaco più tardo (anch’esso ricoperto da dipinti databili al XIV secolo), si tratta di una “Croce trilobata (o “trifogliata”) rossa. La seconda è una piccola ”Croce patente” di colore scuro, appesa al collo di una figura femminile orante. Probabilmente la Vergine. L’ultima, forse la più intrigante, è una “Croce patente”, sempre di colore rosso, dipinta sopra la barba di un volto virile aureolato. E’ evidente che la croce è stata pennellata in un momento successivo, tanto che, quasi fossero in filigrana, sotto il colore rosso si vedono chiaramente i peli della barba del personaggio. Certamente un Santo, ma quale? Forse San Bernardo di Chiaravalle, “sponsor”, si direbbe oggi, dei Templari. Autore dell’opera “De Laudae Novae Militiae”, con la quale illustra, giustifica e loda la nascita della “nuova” cavalleria, tentativo di coniugare la figura e gli ideali del monaco con quelli del cavaliere. Oppure San Giovanni Battista, Patrono dell’Ordine? La croce potrebbe essere una sorta di “firma”?
Nemmeno le altre decorazioni del cunicolo ci vengono in aiuto. Si riconoscono, oltre a campiture floreali, anche colorate spiralitriplici circonferenze una dentro l’altra, stellesfere (forse le "sfere celesti"?) e “Fiori della Vita”.
Tutti simboli che hanno accompagnato l’Umanità durante il suo cammino, sin dalla Notte dei Tempi. In particolare il cosiddetto “Fiore della Vita”.
Graficamente è il risultato della composizione di sei cerchi intersecati tra loro, con un settimo posizionato centralmente. Una figura che, richiamandosi alla circonferenza, come appunto la ruota, la spirale e lo stesso disco solare, veniva vista come raffigurazione della Perfezione Divina. Il “Fiore” come il Sole, apportatore di vita. Ma anche della “Nuova” Vita, quella Eterna. Ecco perchè è pure simbolo ed auspicio di Resurrezione. Non per nulla lo si trova sia presso le grandi basiliche della Cristianità a Roma, come San Giovanni in LateranoSan Clemente,Santa Maria in Trastevere, oppure le abbazie cistercensi di Valvisciolo, Fossanova, Casamari nel LazioSan Galgano in Toscana, Morimondo in Lombardia, o il mausoleo di Boemondo d’Altavilla a Canosa di Puglia (XII secolo), sia presso sepolcri o luoghi di culto pagani. Dal Tempio di Osiride ad Abido in Egitto, alla “Tomba del Guerriero” di Vetulonia, del VII secolo a.C.. Dove sopra una stele funeraria, oggi conservata a Firenze presso il Museo Topografico dell’Etruria, è stato scolpito un etrusco che regge una scure bipenne ed uno scudo decorato con un “Fiore della Vita”.Simbolo utilizzato anche dal “Tempio”. Come dimostrato dalla sua presenza sulla facciata della cosiddetta “Casa dei Templari” ad Anagni, alle spalle del Palazzo di Bonifacio VIII. Oppure sulla chiesa di San Bevignate presso Perugia, o ancora tra le decorazioni dei capitelli della chiesa di San Jacopo a San Giminiano ed infine sulla chiesa del Santo Sepolcro a Pisa. Tutti luoghi appartenuti all’Ordine del Tempio."La mia è un'ipotesi basata sul fatto che le decorazioni a corredo del labirinto, come i fiori a sei petali (chiamati appunto "Margherita Templare" o "Fiore della Vita") e i “Tripli cerchi”, sono decorazioni tipiche impiegate dai Templari nelle loro costruzioni. In Italia e in Francia ce ne sono ancora moltissimi esempi. Inoltre, nell’ambiente del Labirinto di Alatri, le decorazioni sono particolarmente curate, precise, geometricamente perfette (per quanto riguarda labirinto e margherite templari) segno di un edificio importante e di una vera e propria scuola di decoratori all'opera e questo richiedeva anche molto denaro. I Templari questo denaro lo avevano. Inoltre va detto che queste decorazioni sono tipiche degli ossari cristiani di Gerusalemme del I secolo. Potrebbero essere stati proprio i Templari a volere tali decorazioni, in quanto portarono con loro da Gerusalemme, tra le altre cose, anche questo bagaglio culturale. Circa il significato della correlazione conChartres, è necessario approfondire gli studi, ma è possibile che la committenza di entrambe le opere fosse appartenente ad un medesimo Ordine oppure che gli architetti che progettarono le due opere impiegassero le medesime conoscenze. Devo sottolineare che sebbene le cattedrali gotiche come Chartres non furono erette dai Templari, di certo la loro costruzione fu finanziata da quest'Ordine, e dunque le decorazioni interne (statue, mosaici, pavimenti ed affreschi) potrebbero essere state richieste proprio dai Templari; nello specifico il Labirinto e molti segnacoli di una conoscenza che all'epoca in Europa non esisteva. E' ancora troppo presto per avere risposte certe. Quella dei Templari è certamente al momento soltanto una ipotesi, ma  suffragata da buoni indizi".
Giancarlo Pavat.


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