martedì 29 dicembre 2015

VITA DI KARL MARX


 
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Il 5 maggio 1818, in una città della Prussia, Treviri, nasce Karl Marx. Suo padre è un avvocato ebreo convertito alla religione protestante.
Marx non è affatto uno studente modello e, nella sua esperienza universitaria, cambia diverse sedi (Bonn, Berlino e Jena). È proprio negli anni dell'università che Karl subisce il fascino della sinistra hegeliana, in particolare di Ludwig Feuerbach e Bruno Bauer. Inizialmente aspira a lavorare come docente universitario di filosofia; tuttavia quando gli si presenta l'occasione di fare il giornalista accetta: a partire dal 1842 diviene direttore dellaRehinische Zeitung. Dopo solo un anno la rivista liberale viene chiusa dalle autorità e Marx decide di emigrare in Francia.

A Parigi incontra quello che diverrà il suo inseparabile socio: Friedrich Engels. Per comprendere la teoria dell'alienazione di Marx sono importanti i quaderni di appunti scritti durante la sua permanenza in Francia. Saranno pubblicati postumi come Manoscritti economico-filosofici.

Nel 1845, successivamente alla sua espulsione da Parigi, si sposta a Bruxelles. In questo periodo Marx ed Engels formulano la teoria del materialismo storico: i cambiamenti della struttura del sistema economico incidono in maniera rilevante sulla sovrastruttura (ordinamento politico-istituzionale e cultura). Con le Tesi su Feuerbcah (1845) e Miseria della filosofia (1847) elaborano una critica al materialismo di Feuerbach. Sempre al periodo compreso tra 1845 e 1846 risale la stesura de L'ideologia tedesca, un manoscritto voluminoso.

Nel 1848 cominciano un'esperienza strettamente politica: su richiesta della Lega dei comunisti, Marx ed Engels lavorano alla stesura del programma di partito; nasce così un'opera che avrà grande fortuna: il Manifesto del partito comunista. In esso è esposto con una retorica efficace e attraente il loro pensiero rivoluzionario, intriso di politica, economia e filosofia. Quintessenza del Manifesto è il materialismo storico caratterizzato dalla <<lotta di classe>>. L'obbiettivo politico precipuo è l'espropriazione della proprietà privata dei mezzi di produzione, per far passare questi ultimi sotto il controllo dello Stato, inteso come espressione politica della dittatura del proletariato.

L'anno 1848 è, per il continente europeo, caratterizzato da sommovimenti e rivoluzioni. Marx allora rientra a Colonia per incidere sugli eventi politici del suo paese, ma l'ondata rivoluzionaria si arresta rapidamente. Nel 1949 viene chiusa la Neue Rheinische Zeitung, di cui Marx è nel frattempo diventato direttore; egli infine viene espulso dalla Prussia e emigra oltremanica, dove rimarrà fino alla morte.

A Londra la famiglia Marx vive nell'indigenza: dei suoi sette figli, quattro muoiono. Le entrate finanziarie del profeta del comunismo derivano dai diritti d'autore sulle sue opere, dall'attività sporadica di giornalista, ma sopratutto dagli aiuti dell'amico Engels che proveniva da una famiglia di industriali. L'impegno politico di Marx negli anni londinesi è caratterizzato dalla partecipazione alle vicende della International Working Men's Association (la Prima Internazionale, 1864).

Del periodo inglese quattro opere sono particolarmente degne di nota. Nel suo scritto Per la critica dell'economia politica (1857) approfondisce e illustra in maniera efficace la concezione materialistica della storia. Un passo contenuto in quest'opera è assai importante per comprendere la Weltanschauung di Marx: “Non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere, ma è, al contrario, il loro essere sociale che determina la loro coscienza. A un dato punto del loro sviluppo, le forze produttive materiali della società entrano in contraddizione con i rapporti di produzione esistenti, cioè con i rapporti di di proprietà (che ne sono soltanto l'espressione giuridica) dentro i quali tali forze per l'innanzi s'erano mosse. Questi rapporti, da forme di sviluppo delle forze produttive, si convertono in loro catene. E allora subentra un'epoca di rivoluzione sociale”.

Grundrisse sono la seconda opera da ricordare, scritti nel biennio 1857 e 1858, che costituiscono una sorta di anticamera al Capitale.

La terza opera è proprio il Capitale. Nel 1867 è pubblicato il primo volume. Engels cura il secondo e terzo volume che escono postumi nel 1885 e 1894. Questi scritti, insieme alleTeorie del plusvalore, costituiscono il contributo precipuo di Marx alla scienza economica.

In ultimo va ricordato la Critica del programma di Gotha (1878): breve ma intenso, costituisce sostanzialmente la reazione di Engels e Marx al riformismo socialdemocratico che andava diffondendosi nei maggiori partiti dei lavoratori.

Nel 1883 Marx muore. Nello stesso anno nascono Keynes e Schumpeter.

Il consumo dei poveri e la prosperità nel XVIII sec.

QUEL SOCIOLOGO DI CHARLES DICKENS

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Charles Dickens (1812-870) visse nel pieno delle trasformazioni economiche e sociali conseguenti al processo di industrializzazione che partì prpoprio dall'Inghilterra.
Tale fenomeno portò con sè dei gravi effetti collaterali: inquinamento, invivibilità delle zone industriali, durissime condizioni di lavoro...
Dickens si interrogò sui mutamenti della società e, con una nitidezza di vista che manca a molti sociologi odierni, li descrisse in maniera straordinaria.
Una delle sue metafore più calzanti è quella di Coketown, "Citta del Carbone", il cui nome rimanda alla materia base dell'industria dell'800. Era una città mostruosa, riconoscibile da lontano per i fumi neri e la cappa di smog che la sovrastavano. Gli edifici erano brutti, di mattoni anneriti dall'inquinamento. Un tale luogoaveva effetti drammatici sulle persone che ivi vivevano, e cemento e rassegnazione si mischiavano per generare la loro <forma mentis>.
Particolarmente importante è il cap. V dell' opera "Hard Times".

Storia Economica

domenica 27 dicembre 2015

Rennes le Chateau e la leggenda di Maria Maddalena Ipotesi sul mistero di un piccolo villaggio del sud della Francia.

Rennes le Chateau                                                                                           "...qual'é il segreto custodito a Rennes le Chateau?

Forse la prova di una discendenza reale di Gesù?
Forse una copia del vangelo di Maria Maddalena, il Vangelo dell'Amore di Giovanni o la prova che Gesù non era quello che noi crediamo che sia...... 
"
Vangelo di Matteo, 27, 45 : "Dall'ora sesta all'ora nona si fece buio su tutta la terra. Verso l'ora nona Gesù a gran voce grido' : "Elì, Elì, lemà sabachtanì?. Cioè: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? ".
Matteo 27,50: "Ma Gesù emise un forte grido ed esalò lo spirito...
Quando fù sera venne un uomo ricco di Arimatea, di nome Giuseppe, il quale era anche lui un discepolo di Gesù; andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù
".

Tutto il mondo conosce questa storia, così come diffusa dalla chiesa cattolica.
Pochi sanno, che della vera storia di Gesù, di come realmente siano andate le cose, oggi si sa poco o niente.
Migliaia di libri sono stati scritti, e altrettante, affascinanti o assurde, sono state le ipotesi di studiosi brillanti e di abili romanzieri....ma la verità è tutta da scoprire, e noi non possiamo fare altro che cercarla dentro di noi.

Secondo la leggenda, Giuseppe di Arimatea è il custode del santo Graal.

Morto Gesù, lo smarrimento colse i suoi discepoli e si impadronì di quelli che avevano visto e creduto a quei mirabili eventi che si verificarono nella Palestina di 2000 anni fa.
Il 23 ed il 25 maggio, a Les-Saintes-Maries-de-la-Mer, una piccola cittadina in riva la mare sulla costa francese della Camargue, si celebra una festa in onore dell'arrivo del figlio di Gesù e di sua madre Maria Maddalena.
La festa trae origine da un'antica tradizione orale che narra dell'arrivo di una barca senza timone con a bordo Maria Maddalena, sua sorella Marta , suo fratello Lazzaro e una bambina.
La prostituta dei vangeli è "la Santa Apostola della Provenza", e molte leggende narrano di lei.
La tradizione cattolica dice che dopo un periodo di evangelizzazione della zona, per paura delle persecuzioni, Maria Maddalena, si rifugio' in un posto isolato dove trascorse gli ultimi anni della sua vita.         

Rennes le Chateau

Rennes le Chateau è ancora oggi un piccolo villaggio , che conta poche decine di anime. Gente semplice vi abita, contadini e pastori.
Nel 1885, un giovane brillante prete, Bérenger Saunière, venne nominato curato della piccola e cadente parrocchia di Maria Maddalena.
Era un uomo attivo e colto, conoscitore del latino del greco e dell'ebraico, che studiò per comprendere meglio le scritture.

Viveva una esistenza misera ma dignitosa, come ogni parroco di ogni piccola, povera e insignificante chiesetta di montagna, grazie ai donativi dei suoi parrocchiani.
Durante i suoi primi 5 anni a Rennes, assunse come sua governante, oltre che confidente, la giovane Marie Dernarnaud, che gli resterà a fianco per tutta la vita.
All'epoca in cui gli fu affidata, la parrocchia era in uno stato di totale decadimento, tanto che dal tetto pioveva sulla testa del parroco e dei suoi fedeli.
Così, su consiglio dell'abate del vicino villaggio di Rennes-le-Bains, Henri Boudet, prese una piccola somma a prestito e iniziò un restauro della chiesa.

Nel 1891 cominciò il restauro della chiesa, che sorgeva sulle rovine di un edificio molto più antico ( probabilmente del VII sec. ), fece rimuovere la pietra che costituiva l'altare, sostenuta da due colonne visigote, ma una di queste colonne era cava.
All'interno rinvenne 4 pergamene e forse altro.......
Qui comincia un incredibile mistero, su cui tanto, troppo è stato scritto, e di cui, nonostante decenni di studi, ancora nessuno è riuscito a venire a capo...
"Si dice", che due di queste pergamene contenessero delle genealogie mentre le rimanenti due sembravano opera di un predecessore di Sauniere, l'abate Bigou, curato del villaggio nel 1780.

Saunière, informò del misterioso ritrovamento il vescovo di Carcassone, Felix Billard, che lo invito a Parigi a sue spese, perché mostrasse i documenti a degli studiosi.
Fra questi studiosi vi erano personaggi come l'abate Bieil e suo nipote Emil Hoffet, legati al pensiero esoterico che a Parigi stava avendo grande diffusione, e che faceva adepti tra i più in vista e potenti personaggi del tempo, tra cui la famosa diva dell'opera Emma Calvé.
Durante il suo soggiorno a Parigi, questo semplice prete di campagna, fù accolto nell'elegante ed esclusivo circolo degli appassionati di esoterismo che ruotava intorno ad Emil Hoffet.
E pare che misteriosi e potenti personaggi gli fecero più volte visita anche a Rennes.
Come mai un semplice curato di una insignificante chiesa di uno sperduto villaggio di pastori, ebbe così tanta considerazione ?
Che cosa aveva trovato Saunière?

...da una lettera indirizzata a Saunierè dal suo miglior amico: "...nessuno potrà mai svelare il segreto che tu custodisci...".

Il diario e gli scavi

Al suo ritorno a Rennes le Chateau, il curato divenne incredibilmente ricco, nel giro di dieci anni, fino alla sua misteriosa morte, spese l'equivalente di alcuni miliardi di lire, o se preferite, milioni di Euro.
Nessuno conosce ne la reale consistenza del suo patrimonio, ne la provenienza di quei soldi.
Possiamo solo ipotizzare che quei soldi vennero dati a Saunierè o in cambio di ciò che aveva trovato...oppure erano il compenso per il suo silenzio, per non divulgare segreti scomodi e verità imbarazzanti per la chiesa di Roma.
Dopo Parigi, il comportamento di Saunierè diventa bizzarro; fa restaurare la chiesa, fa costruire una misteriosa torre, La Torre Magdala, dove crea una fantastica biblioteca, e una lussuosa residenza, Villa Betania.
Trascorreva molto tempo facendo lunghe escursioni spesso notturne, nei dintorni della chiesa e del villaggio, fece numerosi scavi nel cimitero....come se fosse ossessionato, o come consapevole che ancora qualcosa c'era da scoprire, qualcosa di grosso, nascosto da qualche parte proprio li, a Rennes le Chateaux.
Teneva, inoltre un diario, dove annotava scrupolosamente ogni cosa...: "21 settembre. Lettera da Granes. Scoperta di una tomba. La sera pioggia."
Si trattava della tomba della Marchesa Marie de Hautpoul, ultima signora di Rennes, deceduta nel 1781.
La lapide e la lastra tombale erano state disegnate da Bigou, predecessore di Saunierè e presunto autore di due delle pergamene.
Saunierè per ragioni inspiegabili cancello le scritte sulla tomba...
Sulla tomba era scritta una data, 17 Gennaio 1917...

La fine e il principio

Saunierè condusse una vita piuttosto dispendiosa, e la cosa naturalmente insospettì in molti, tanto che cominciarono a girare voci diffamanti sul suo conto.
Tuttavia il vescovo di Carcassone, che all'epoca del misterioso ritrovamento lo aveva invitato a Parigi, sembrava non solo chiudere gli occhi ma anche coprire l'operato del prete.
Ma quando questi morì, il suo successore, chiese al parroco delle spiegazioni del suo comportamento, spiegazioni che Saunierè non diede.
Così fu accusato di vendita illegale di messe, e sospeso dal servizio.
Al suo posto, fu nominato un altro parroco, che tuttavia la gente di Rennes snobbava....cosi dopo 5 anni, tante lettere e proteste, fù il Vaticano che annullò tutte le sanzioni e mise di nuovo tutto al suo posto, compreso Saunierè, che tornò nella sua piccola chiesa di Santa Maria Maddalena.

Correva l'anno 1915.

Ormai si avvicinava la data...il 17 Gennaio del 1917 un colpo apoplettico, ridusse il parroco in fin di vita.
Venne chiamato di gran fretta un prete di un paese vicino, per dargli l'estrema unzione, ma testimoni oculari, raccontano che il prete usci sconvolto dalla stanza quasi subito.....e si rifiuto di assolvere Saunierè.
Il 22 Gennaio 1917, Saunierè morì senza confessione, e con lui porto' il segreto di Rennes le Chateau...o forse no.

Quello che successe dopo la sua morte, è ancora una volta un mistero...la mattina del 23 gennaio, il suo corpo, vestito di un abito ornato di numerose nappine di colore scarlatto, fu posto su una poltrona sul terrazzo della torre Magdala.
Numerose persone, di cui ancora oggi è ignota l'identità, passavano accanto al morto e ad uno ad uno staccavano una nappina dal vestito del morto...un rituale che ricorda molto quello degli ordini massonici.
La sua incredibile ricchezza, era stata trasferita alla fedele compagna Marie Dernarnaud, a cui Saunierè fece anche un altro dono...

Marie Dernarnaud: "...la gente di Rennes, cammina sull'oro e nemmeno lo sa...".
Marie visse agiatamente a villa Betania fino al 1946, poi le vicende belliche e gli accertamenti fiscali del governo francese, la costrinsero a disfarsi delle sue ricchezza e a vendere la villa.La proprietà fu acquistata da un certo Noel Corbu, a cui Marie fece una promessa: "Un giorno ti rivelerò un segreto che ti farà ricco e potente... ".
Marie fu colta da un colpo improvviso, il 29 gennaio 1953, che le tolse l'uso della parola...il sereto di Berénger Saunierè muore con lei.                                                                                                                           

Documenti segreti e codici indecifrabili

"PASTORELLA NESSUNA TENTAZIONE CHE POUSSIN TENIERS HANNO LA CHIAVE PACE 681 SULLA CROCE E QUESTO CAVALLO DI DIO IO COMPLETO QUESTO DEMONE DEL GUARDIANO MEZZOGIORNO MELE BLU".

Questo è il teso di una delle pergamene ritrovate da Saunierè. Il testo, in latino, contiene forse la chiave per decifrare il mistero ma nonostante molti tentativi, risulta tuttora indecifrabile!
Ma possiamo pensare, anche se quest'ipotesi è esclusa da tutti, che Saunierè avesse capito come utilizzare questo codice, ed è forse da esso che prese ispirazione per le insolite decorazioni che volle per la sua chiesa.

Nel testo si fa riferimento a due autori, Poussin e Teniers.
Quando era a Parigi, Saunierè acquistò le copie di tre dipinti; uno era un quadro dai significati esoterici di Teniers, un dipinto di un papa del medioevo e un famoso e misterioso quadro di Poussin, "I pastori dell'Arcadia"; nel dipinto vi è uno strano motto che recita "Et in arcadia ego".
In questo quadro, compare un altrettanto misteriosa tomba, che pare si trovasse proprio a Rennes le Chateau, e che fu distrutta "accidentalmente" da un'esplosione.
A partire dal 1956 vennero pubblicati una marea di testi riguardanti il mistero del tesoro di Saunierè.

Ma la più importante e significativa raccolta di documenti si trova presso la biblioteca Nazionale di Parigi; si tratta di un insieme di documenti disparati, carte, fogli singoli, genealogie ecc., alcuni dei quali molto probabilmente alterati e falsificati.
Di molti di questi documenti, non sono mai stati rintracciati gli autori, le case editrici si sono scoperte spesso inesistenti, e vengono citati documenti introvabili e libri che nessuno ha mai letto...
Un testo fondamentale è "Le Serpent Rouge", pubblicato in forma privata e depositato presso la Biblioteca Nazionale di Parigi.
Contiene la genealogia merovingia, alcune cartine della Francia dell'epoca, una pianta della chiesa di Saint Suplice e 13 misteriose poesie, che contengono riferimenti, a Saunierè, al dipinto "I pastori dell'Arcadia", e al motto "Et in arcadia ego", in esso contenuto.

In questo incredibile testo si fa riferimento ad una serpente rosso che si snoda lungo i secoli, come a voler rappresentare una linea dinastica...
La data di pubblicazione è...17 gennaio...
La domanda è molto semplice...una linea dinastica iniziata da chi?
Tanti hanno cercato e nessuno a mai trovato niente, mille ipotesi sono state fatte e nessuno di queste convince del tutto...ma allora qual'è il tremendo segreto scoperto da Bérenger Saunierè?

Terribilis est locus iste

Non possiamo fidarci dei mille libri scritti, e non possiamo prendere in considerazione tutti gli studi serissimi di molti brillanti ricercatori, perché spesso, essi stessi sono stati ispirati, dai racconti di abili romanzieri......ma allora con quali occhi bisogna guardare?
Forse il mistero è tanto complesso, che l'unico modo per scoprire un piccolo spiraglio di luce, è quello di cercare le cose nel modo più semplice possibile...
Bérenger Saunierè spese molti dei suoi soldi, per fare restaurare la chiesa, per far costruire la torre Magdala e villa Betania.
Nei Vangeli Magdala è maria Maddalena, e Betania è il paese di Maria Maddalena e di Lazzaro suo fratello.
Perché tanta attenzione verso questa figura?
Forse perché i ritrovamenti di Saunierè, avevano qualcosa a che fare con lei o con il suo presunto legame con Gesù?

La chiesa di Rennes, per come è decorata, sembra tanto essere una specie di mappa, come per una caccia al tesoro.....una serie di stranezze non casuali e disseminate qua è la, come se Saunierè avesse voluto svelare tacitamente qualcosa...
Sul portico della chiesa, egli volle far apporre una scritta che suona come un monito: " Terribis est locus iste", ossia ,"questo è un luogo terribile"....
Ma perché mai sulla casa di Dio, far apporre una scritta così?

Facciamo un ragionamento per assurdo: immaginiamo di doverci trovare (tocchiamo ferro) al cospetto di Dio.
Un cattolico credente e praticante, fedele agli insegnamenti della chiesa di Roma, che cosa dovrebbe temere di fronte ad un Padre misericordioso?
Evidentemente niente, se la sua anima è pura e senza colpa, non ha niente da temere...ma se invece egli fosse stato indotto a credere nelle bugie, se non fosse pronto a comprendere una verità superiore, se si trovasse di fronte ad una verità diversa da quella che gli hanno fatto credere?
In questo caso, quella visione sì che sarebbe "terribile", perché lo piegherebbe nella volontà, farebbe crollare tutte le sue certezze, tramutando in un solo istante la luce in ombra...

Saunierè aveva forse scoperto qualcosa in quella chiesa, che contrastava con il canone ecclesiastico?
Aveva forse scoperto una "terribile verità"?
Anche se così fosse, la verità è pur sempre la verità, ed è meglio guardare in faccia una verità scomoda, che credere ad una bugia solo perché più conveniente...e questo Saunierè lo sapeva bene.
Ancora...all'entrata della chiesa, vi è una statua del demone Asmodeo che regge l'acquasantiera.
Asmodeo, secondo la tradizione, è il custode di grande segreti nonché guardiano di tesori nascosti ed artefice del Tempio di Salomone.

Ci sono 5 statue di altrettanti santi, nella chiesa, e se congiungiamo le iniziali dei loro nomi, otteniamo la parola: "Graal".
Inoltre alle due estremità della chiesa ci sono le statuette di due bambini, uno è Gesù, ma l'altro non è Gesù...
Sull'altare c'è una rappresentazione di Maria Maddalena all'interno di una grotta, in atto di contemplare una croce di legno, con alla base un teschio ed alla sinistra un libro aperto e quella caverna, è a Rennes le Chateau...e non è finita qui...
Ci sono tante altre cose da dire, che non basterebbero un milione di pagine...
Ma che cosa aveva trovato Bérenger Saunierè?
Qual'é il segreto custodito a Rennes le Chateau?
Forse la prova di una discendenza reale di Gesù?
Forse una copia del vangelo di Maria Maddalena, il Vangelo dell'Amore di Giovanni o la prova che Gesù non era quello che noi crediamo che sia.
O forse come scrittori e pseudo-scenziati affermano, a Rennes c'è il sepolcro di Cristo, la prova che egli non sia morto sulla croce, o ancora la tomba del figlio di Gesù...?

La Verità assoluta

Se anche fosse una di queste cose, la vità non ci cambierebbe poi di molto, non credete?
......che importa se Gesù sia stato sposato o no, se sia stato crocefisso o no, se abbia avuto dei figli o no.......in fondo quello che conta davvero é il suo messaggio; il messaggio universale di un uomo straordinario che la chiesa antica, molto diversa da quello che è oggi, ha alterato e compromesso, addirittura falsificato in alcuni passi dei vangeli canonici.

Se ci fosse la chiave per interpretare il messaggio originario di Gesù, allora quello si che sarebbe un grande tesoro.
Nella chiesetta di Rennes le Chateau, vi é come in altre chiese cattoliche, la rappresentazione della Via Crucis; la quattordicesima stazione rappresenta il momento in cui il corpo di Gesù viene condotto al sepolcro, con sullo sfondo un cielo notturno, come a suggerire che Gesù fu sepoltodopo il tramonto....ma forse non si vuole rappresentare questo.
Forse nemmeno questa è la verità...e la verità è quella che si cela dietro le apparenze.
Vangelo perduto di Pietro (apocrifi); "....raccontarono cio che avevano visto, di nuovo dichiararono di aver visto tre uomini uscire dalla tomba, due che ne reggevano un terzo...".

"Elo-i Elo-i lama sabch thani": nel vangelo di Marco e Matteo è tutto scritto in greco, tranne questa frase, che secondo la tradizione vuol dire "mio Dio perché mi hai abbandonato", frase celebre recitata prima di morire.
Fin da bambino, guardando il film di Zeffirelli, o durante l'ora direligione mi chiedevo....." ma perché mai il figlio di Dio avrebbe detto una cosa del genere?".
Secondo altri studiosi questa frase é in lingua sconosciuta ed é una specie di codice.
In effetti nei vangeli di cose che non quadrano ce ne sono molte, troppe forse....e se si voleva nascondere qualcosa é stato fatto molto male; e questa é una cosa che ci fa pensare.
Comunque, Luca ci dice che il supplizio di Gesù durò appena tre ore, e non gli vennero nemmeno spezzate le gambe come era solito; ma noi sappiamo che la tradizione dell'epoca, voleva una morte molto lenta, sembrava che ci volesse anche più di un giorno.
Quello che voglio dire é che ci sono molti motivi per credere, o meglio, alcuni credono che Gesù sia sopravvissuto alla croce, condotto via dalsepolcro, guarito dalle ferite.....e poi condotto in un altro posto acontinuare a diffondere il messaggio.

San Issa

A Rozabal, in India, nel tempio musulmano c'è il sepolcro di un santo dinome YUZA ASAF (o anche Issa).
Quando Gesù spiro sulla croce, fu deposto e sepolto nel famoso sepolcro, come ci dice Giovanni 19,38-39, Nicodemo porto della mistura di Mirra ed Aloe, che un preparato che serve per guarire le ferite, ed ha un effetto cicatrizzante (l'aloe vera si usa anche oggi).
In un antico testo orientale, questa mistura é nota col nome di "l'unguento di Gesù o del profeta".

In un teso della fine del primo millennio (uno dei tanti), si raccontano le vicende di Gesù nello Sri Lanka, e soprattutto si racconta la scena della morte di Gesù, che chiamò il suo discepolo (forse Tommaso) e gli raccomandò di erigere li un sepolcro; sul sepolcro di YUZA ASAF c'è laparola rozabal, che vorrebbe dire "tomba dei profeti".

Nicolay Notovich

Era uno scrittore, un viaggiatore e giornalista, scrisse tra l'altro "La vita sconosciuta di Cristo".
Questo tizio, andò in Tibet, cadde da cavallo, e fu portato in un monastero a curarsi; qui gli fu concesso di leggere (o meglio glieli leggeva il Lama), degli antichissimi rotoli in cui si raccontava di questo personaggio, Issa che aveva vissuto in modo incredibilmente simile a Gesù.

Giudicate voi; "Issa insegno al popolo di Israele per tre anni e tutto ciò che aveva predetto si avverò.
Poi alcuni servi di Pilato lo spiarono. Pilato allarmato dalla sua popolarità lo fece arrestare.............per ordine del governatore i soldati condussero Issa e due ladri al luogo delle esecuzioni.

Per tutto il giorno Issa e i due ladri rimasero appesi.
Al tramonto la sofferenza di Issa giunse al termine. Egli perse i sensi e la sua anima fu assorbita dal Divino....
"
Ora, questi tesi sono antichi testi che si trovano in Tibet!!!!!!!!
Esiste un testo tibetano in cui si racconta la storia di un certo Isha Natha, in cui si dice:" Isha Natha venne in India all'età di quattordici anni, poi torno nel suo paese e cominciò a predicare..........cospirarono contro di lui e lo crocifissero. Dopo la crocifissione Isha entro in trance profonda per mezzo dello Yoga... ".

L'uomo dalla tunica bianca

In un testo indiano del 115, si parla di un re degli Sciti che anni prima, aveva incontrato un personaggio enigmatico vestito di una tunica bianca, che ricorda quella degli esseni.
Il re gli chiese chi fosse ed egli....."conoscimi come Isvara, o figlio di Dio nato da Vergine...".
Nel sepolcro di Rozabal, c'è una lapide incisa, che era ricoperta di detriti.
la lapide fu ripulita, e su di essa ci sono incise le orme di due piedi che recano una ferita......una ferita da parte a parte.
Il 10 marzo del 2002 una ricercatrice americana, la dottoressa Suzanne Marie Olsson, ha inoltrato una richiesta al governo per analizzare il DNA della salma contenuta nel sepolcro di Rozabal; se mai dovessero dargli il permesso, confronterà i risultati con il DNA trovato sulla Sindone.

Se a Rennes ci fosse la prova che Gesù é sopravvissuto, non sarebbe un grande mistero in fondo.......forse il mistero di Rennes é ben più importante, e non riguarda tanto il che cosa ha fatto Gesù........ma quello che ha detto, quello che ha cercato di farci capire.......
Questo sì che sarebbe un grande tesoro...


                                                                                                                                                

Il labirinto di Chartres: la Cattedrale dei Misteri

La Cattedrale di Chartres
La Francia è ricca di chiese gotiche favolose, ma cosa rende la Cattedrale di Chartres una delle strutture religiose più belle ed affascinanti al mondo?
Forse la sua perfezione stilistica? L'ottimo stato di conservazione delle sculture e delle vetrate che la contraddistinguono? O forse il suggestivo labirinto dal misterioso significato esoterico? Ecco informazioni e curiosità su Notre-Dame di Chartres: la Cattedrale dei Misteri!Dal punto di vista stilistico la cattedrale presenta tutte le caratteristiche dell'architettura gotica.
Sulla facciata occidentale balzano subito all'acchio le due torri, una caratterizzata da una guglia semplice, l'altra costruita in un secondo momento con una architettura un più complessa. Sempre sulla facciata occidentale (Portale Reale), si trova un complesso scultoreo costituito da 19 grandi statue (originariamente 24) ed altre 300 decorazioni.                                             La chiesa venne costruita tra il 1194 ed il 1200 da un gruppo di operai specializzati riuniti inconfraternite. Una di queste era la confraternita deiBambini di Salomone, strettamente legata all'Ordine dei Cavalieri Templari.                                 

I Misteri della Cattedrale ed il significato esoterico del labirinto

Labirinto di Chartres
La cattedrale è sempre stata un luogo singolare e misterioso, secondo alcuni vero e proprio concentrato di simboli esoterici. Le peculiari vetrate circolari presenti sulle facciate vengano interpretate come una sorta di allegoria dell'arte alchemica.
All'interno di essa si trovano simboli Templari e rappresentazioni riconducibili alla filosofia ermetica ed all'alchimia. Ma non è tutto!
Già il punto d'ubicazione della chiesa rappresenta un grande mistero. La piana calcarea sulla quale poggiano le fondamenta, è un luogo di pellegrinaggio secolare, se non addirittura millenario. Qui giungevano pellegrini celti per mettersi in contatto con lo spirito di Dio, chiamato Wouivre. In passato venne scavato un profondo pozzo dalla tribù dei Carnuti, ed all'interno di esso vennero eretti menhir e dolmen rivolti verso l'energia divina. Per tale motivo all'interno della chiesa sarebbe percepibile una particolare spinta misteriosa di natura magnetica e tellurica, che permette ai visitatori di raggiungere la verità divina compiendo un percorso di redenzione. Il famoso labirinto di Chartres, enorma figura geometrica circolare, non sarebbe altro che la rappresentazione del cammino interiore che bisogna compiere per poter raggiungere Dio.                      

Le copie del labirinto ad Alatri e Lucca

Labirinto di Alatri
Un altro mistero riguarda la presenza di alcuni perscorsi labirintici simili a quello di Chartres, sparsi per il mondo. Due di questi si trovano proprio in Italia, uno nella Cattedrale di San Martino a Lucca e l'altro nella Cappella di Alatri. Ques'ultimo è una vera e propria copia fedele, rappresentata in un affresco di 140 cm. Nel rosone centrale è presente la figura di Cristo e secondo gli esperti, questo affresco sarebbe stato creato addirittura prima del labirinto di Chartres.                                                                                                                               

Di

IL MISTERO DELL'AFFRESCO CON "IL CRISTO NEL LABIRINTO" ALATRI (FR)

ALATRI (FR) - CHIOSTRO DI SAN FRANCESCOIL MISTERO DELL’AFFRESCO CON IL "CRISTO NEL LABIRINTO"Quale filo misterioso lega la citta’ di Alatri alla cattedrale di Chartres in Francia?
Alatri è una splendida cittadina della Ciociaria (provincia di Frosinone) abbarbicata sui rilievi della catena che prende il nome dagli antichi abitanti italici del territorio; gli Ernici
La località, pur essendo famosa soprattutto per le incredibili mura in opera poligonale che la leggenda vuole erette o dai ciclopi, o dal dio Saturno o dal misterioso popolo dei Pelasgi, vanta ulteriori e numerose emergenze artistiche e monumentali sia di epoca romana che medievale.
Rientra proprio in quest’ultima categoria, l’opera d’arte di cui desidero parlare, che si presenta come un vero e proprio unicum; non essendo nota, al momento, alcuna rappresentazione simile in tutto il Mondo.
Si tratta di un affresco che raffigura un “Cristo in Gloria” al centro di un enorme labirinto di dodici cerchi concentrici neri ed altrettanti bianchi.A QUALE EPOCA RISALE?
CHI L’HA REALIZZATO E PERCHE’?
SI TRATTA DI UN OPERA CRISTIANA ORTODOSSA OPPURE, COME SOSTENUTO DAL MANCHIA ABBIAMO DAVANTI LA TESTIMONIANZA DI UNA PRESENZA ERETICALE?
ED INFINE CHE COS’ERA L’AMBIENTE CHE OGGI CI APPARE COME UN CUNICOLO, O MEGLIO INTERCAPEDINE?
MA DI QUALE SCOPERTA SI TRATTA?
L’affresco si trova in una posizione decisamente scomoda per poterlo fotografare in maniera da ottenere immagini nitide, soprattutto dei suoi particolari.
Situazione che non aveva mai permesso di riportare su carta il tracciato del labirinto.
Almeno sino ad oggi. Ci sono riuscito, nella migliore tradizione dei romanzi gotici, in una fredda e tempestosa serata d’inverno.
Probabilmente non per merito mio, ma perché era giunto il momento affinché avvenisse.
Ingrandendo al computer le foto dell’affresco (scattate durante una ennesima “escursione” assieme a Tommaso e Nadia PellegriniFabrizio Pennacchia,Daniele Palombi e Giulio Coluzzi), allo scopo di individuarne i dettagli, piano piano, come se fossero le tessere di un mosaico o di un puzzle, ho cominciato, pezzetto dopo pezzetto, a disegnare il percorso del labirinto su un foglio.
Ad un tratto mi sono bloccato. Il disegno che avevo tracciato sul foglio mi era famigliare. Mi ricordava un altro labirinto. Famosissimo. Presente in una cattedrale gotica altrettanto celeberrima.
Avevo davanti la pianta di quello che decora il pavimento della navata della Cattedrale di Chartres in FMA PERCHÉ I TRACCIATI DEI LABIRINTI DI ALATRI E DI CHARTRES SONO UGUALI?
Esiste un altro esemplare di labirinto preciso a quello francese. A Lucca, murato sulla facciata della Cattedrale di San Martino.
C’è forse una relazione con il fatto che molti dei centri che ospitano esemplari di labirinti, si trovano lungo vie di pellegrinaggi o sono mete degli stessi? Come la stessa Lucca, ma pure Pontremoli (nella chiesa di San Pietro), Aulla (a San Caprasio ma scomparve durante la Seconda Guerra Mondiale) Piacenza (labirinto che, come spigatomi dal professor Francesco Camia, oggi non più esistente ed era stato realizzato nella chiesa di San Savino) e Pavia (a San Michele, ma rimane soltanto un frammento). E, appunto le grandi cattedrali gotiche francesi.; Chartresin testa. 
Tutte dedicate alla “Nostra Signora”, le quali disegnano sulla superficie terrestre ciò che le stelle della Costellazione della Vergine tracciano in cielo.rancia. Soltanto che io avevo disegnato quello di Alatri!!!!.Al momento si ha un'unica, incontestabile certezza. Al mondo, esistono attualmente tre labirinti, Alatri, Chartres e Lucca, dal tracciato assolutamente uguale.
Ma qual’è il “modello originale”? Chi ha copiato chi? Oppure l'esemplare primigenio, l'archetipo è celato altrove?
A livello teorico, il labirinto di Alatri dovrebbe essere più antico di quello diChartres, che la letteratura sull’argomento riconduce ai primi decenni del XIII secolo. L’Archetipo, l’Idea di un qualsiasi manufatto, normalmente precedono la realizzazione materiale dello stesso. Ebbene, un labirinto verticale non è stato fatto, ovviamente, per essere tangibilmente percorso. Rappresenterebbe, quindi, il concetto stesso di labirinto oppure il significato recondito ad esso attribuito. Ecco perchè il labirinto alatrense, verticale, precederebbe concettualmente e temporalmente quello di Chartres; orizzontale e percorso realmente dai fedeli nel Medio Evo. Inoltre, un labirinto “unicursale” testimonia una ideologia, una filosofia di vita, una professione di Fede, basate sul totale e fiducioso abbandono ad una volontà superiore. Certi, non soltanto della sua infallibilità, ma pure della sua infinita bontà e misericordia nel prendersi cura delle proprie creature. Convinzioni salde come una roccia. Tipiche degli appartenenti agli Ordini Monastici Regolari e a quelli Ospitalieri e Cavallereschi. In particolare i Templari.L’ipotesi “Templare” non è nuova. Fu una di quelle avanzate anche da Manchìa nel 2002. Il sottoscritto, durante le ricerche che poi sono confluite nel libro “Valcento”, ha trovato numerosi indizi della presenza dei Cavalieri dai Bianchi Mantelli ad Alatri
Sulla controfacciata di ingresso della stessa chiesa di San Francesco, si può ammirare ancora oggi una “Croce patente” dipinta di colore rosso, simile a quelle adoperate dagli appartenenti al “Tempio”. Ed identica quelle tinteggiate nella chiesetta della Madonna del Carmelo a Fasana, località vicino a Pola in Istria. Attribuita proprio agli appartenenti al Tempio.
Sulla scalinata d’ingresso di San Francesco sono incisi tre esemplari del simbolo della “Triplice Cinta”, utilizzato anch’esso dai Templari. Infine, in quei paraggi, sorgeva un tempo un “Ospedale”.
Sopra un’altra controfacciata, quella della chiesa di San Silvestro (risalente al X secolo), sono state affrescate alcune croci dalla forma inconsueta ed interessante. La prima (per chi guarda da destra verso sinistra) spunta da sotto un intonaco più tardo (anch’esso ricoperto da dipinti databili al XIV secolo), si tratta di una “Croce trilobata (o “trifogliata”) rossa. La seconda è una piccola ”Croce patente” di colore scuro, appesa al collo di una figura femminile orante. Probabilmente la Vergine. L’ultima, forse la più intrigante, è una “Croce patente”, sempre di colore rosso, dipinta sopra la barba di un volto virile aureolato. E’ evidente che la croce è stata pennellata in un momento successivo, tanto che, quasi fossero in filigrana, sotto il colore rosso si vedono chiaramente i peli della barba del personaggio. Certamente un Santo, ma quale? Forse San Bernardo di Chiaravalle, “sponsor”, si direbbe oggi, dei Templari. Autore dell’opera “De Laudae Novae Militiae”, con la quale illustra, giustifica e loda la nascita della “nuova” cavalleria, tentativo di coniugare la figura e gli ideali del monaco con quelli del cavaliere. Oppure San Giovanni Battista, Patrono dell’Ordine? La croce potrebbe essere una sorta di “firma”?
Nemmeno le altre decorazioni del cunicolo ci vengono in aiuto. Si riconoscono, oltre a campiture floreali, anche colorate spiralitriplici circonferenze una dentro l’altra, stellesfere (forse le "sfere celesti"?) e “Fiori della Vita”.
Tutti simboli che hanno accompagnato l’Umanità durante il suo cammino, sin dalla Notte dei Tempi. In particolare il cosiddetto “Fiore della Vita”.
Graficamente è il risultato della composizione di sei cerchi intersecati tra loro, con un settimo posizionato centralmente. Una figura che, richiamandosi alla circonferenza, come appunto la ruota, la spirale e lo stesso disco solare, veniva vista come raffigurazione della Perfezione Divina. Il “Fiore” come il Sole, apportatore di vita. Ma anche della “Nuova” Vita, quella Eterna. Ecco perchè è pure simbolo ed auspicio di Resurrezione. Non per nulla lo si trova sia presso le grandi basiliche della Cristianità a Roma, come San Giovanni in LateranoSan Clemente,Santa Maria in Trastevere, oppure le abbazie cistercensi di Valvisciolo, Fossanova, Casamari nel LazioSan Galgano in Toscana, Morimondo in Lombardia, o il mausoleo di Boemondo d’Altavilla a Canosa di Puglia (XII secolo), sia presso sepolcri o luoghi di culto pagani. Dal Tempio di Osiride ad Abido in Egitto, alla “Tomba del Guerriero” di Vetulonia, del VII secolo a.C.. Dove sopra una stele funeraria, oggi conservata a Firenze presso il Museo Topografico dell’Etruria, è stato scolpito un etrusco che regge una scure bipenne ed uno scudo decorato con un “Fiore della Vita”.Simbolo utilizzato anche dal “Tempio”. Come dimostrato dalla sua presenza sulla facciata della cosiddetta “Casa dei Templari” ad Anagni, alle spalle del Palazzo di Bonifacio VIII. Oppure sulla chiesa di San Bevignate presso Perugia, o ancora tra le decorazioni dei capitelli della chiesa di San Jacopo a San Giminiano ed infine sulla chiesa del Santo Sepolcro a Pisa. Tutti luoghi appartenuti all’Ordine del Tempio."La mia è un'ipotesi basata sul fatto che le decorazioni a corredo del labirinto, come i fiori a sei petali (chiamati appunto "Margherita Templare" o "Fiore della Vita") e i “Tripli cerchi”, sono decorazioni tipiche impiegate dai Templari nelle loro costruzioni. In Italia e in Francia ce ne sono ancora moltissimi esempi. Inoltre, nell’ambiente del Labirinto di Alatri, le decorazioni sono particolarmente curate, precise, geometricamente perfette (per quanto riguarda labirinto e margherite templari) segno di un edificio importante e di una vera e propria scuola di decoratori all'opera e questo richiedeva anche molto denaro. I Templari questo denaro lo avevano. Inoltre va detto che queste decorazioni sono tipiche degli ossari cristiani di Gerusalemme del I secolo. Potrebbero essere stati proprio i Templari a volere tali decorazioni, in quanto portarono con loro da Gerusalemme, tra le altre cose, anche questo bagaglio culturale. Circa il significato della correlazione conChartres, è necessario approfondire gli studi, ma è possibile che la committenza di entrambe le opere fosse appartenente ad un medesimo Ordine oppure che gli architetti che progettarono le due opere impiegassero le medesime conoscenze. Devo sottolineare che sebbene le cattedrali gotiche come Chartres non furono erette dai Templari, di certo la loro costruzione fu finanziata da quest'Ordine, e dunque le decorazioni interne (statue, mosaici, pavimenti ed affreschi) potrebbero essere state richieste proprio dai Templari; nello specifico il Labirinto e molti segnacoli di una conoscenza che all'epoca in Europa non esisteva. E' ancora troppo presto per avere risposte certe. Quella dei Templari è certamente al momento soltanto una ipotesi, ma  suffragata da buoni indizi".
Giancarlo Pavat.